Anche se il nostro Pianeta è ricoperto per il 71% da acqua, le riserve idriche utilizzabili per bere, cucinare e lavarsi rappresentano solo una piccola percentuale del totale. Il 97,5% dell’oro blu è infatti costituito da acqua salata. L’acqua dolce si trova invece in piccola percentuale nei laghi, nei ghiacciai, nelle nevi perenni e nelle falde acquifere.
Per aiutare le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, che ancora oggi non hanno accesso diretto all’acqua potabile, con il rischio elevato di contrarre infezioni, è essenziale costruire nuovi pozzi ma anche sviluppare tecnologie per la desalinizzazione dell’acqua marina a basso costo.
I villaggi dei Paesi africani non possono certo permettersi di sostenere i costi di grandi desalinizzatori. Per fornire acqua potabile a basso impatto alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, William Janssen ha ideato una rivoluzionaria tecnologia a energia solare.
Il desalinizzatore a energia solare, denominato Desolenator, costa 450 dollari. Anche se per molti africani non si tratta certo di una cifra bassa, il prezzo finale dell’apparecchio è sicuramente più accessibile rispetto ad altri già presenti sul mercato. Inoltre Desolenator dura 20 anni, permettendo di ammortizzare in breve tempo i costi iniziali sostenuti dagli acquirenti.
La tecnologia sfrutta il solare fotovoltaico, il solare termico e uno scambiatore di calore. Ogni giorno è possibile desalinizzare fino a 15 litri di acqua marina. A differenza delle tecnologie che sfruttano l’osmosi inversa, questo dispositivo non richiede altre fonti di alimentazione perché riesce a depurare l’acqua impiegando soltanto l’energia solare.
L’apparecchio inoltre non si compone di parti mobili, è resistente alle intemperie ed è portatile. Tutte caratteristiche che lo rendono adatto all’impiego nelle comunità dei Paesi in via di sviluppo.