Il fotovoltaico a film sottile è una tecnologia solare molto promettente che negli ultimi anni ha fatto enormi progressi. I moduli solari composti da strati più sottili sono meno costosi perché necessitano di una quantità minore di silicio. Inoltre, lo scarso ingombro li rende maggiormente flessibili estendendone il campo di applicazione.
Una delle pecche del fotovoltaico a film sottile è la bassa efficienza di conversione che anche nei sistemi più evoluti raramente supera il 10%.
Di recente è stato annunciato il lancio sul mercato di un nuovo modulo fotovoltaico a film sottile capace di raggiungere e superare un’efficienza del 14%. La tecnologia è già pronta per la produzione su scala commerciale e sarà a disposizione dei produttori fotovoltaici nel 2015.
Per creare il nuovo modulo a film sottile è stato utilizzato il tellururo di cadmio. Per abbassare l’impatto del processo produttivo l’azienda ha deciso di impiegare gli scarti di cadmio provenienti dall’industria mineraria. Questo metallo raro è estremamente tossico e smaltirlo ha costi elevati. Riciclarlo offre dunque un duplice vantaggio: tagliare i costi dello smaltimento e risparmiare l’energia dei processi estrattivi.
Il nuovo modulo CX4 in tellururo di cadmio è un semiconduttore più sicuro, efficiente e insolubile. Tra le tecnologie fotovoltaiche, quella basata sui moduli in tellururo di cadmio ha l’impatto ambientale e l’impronta idrica più bassa. Le emissioni generate dal processo produttivo vengono compensate in tempi brevi.
Con un metro cubo di tellururo dicadmio si possono infatti produrre ben 330 mila moduli, capaci di generare nel loro intero ciclo di vita 520 GWh di energia elettrica. Ottenere la stessa quantità di energia in una centrale alimentata dai combustibili fossili richiederebbe 80 mila m³ di gas naturale.